pubblicato il17/03/2016 18:20:32 sezione
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san casciano dei bagni (siena)
La qualità, il sapore e il gusto di un olio di oliva è fortemente influenzato dalla cultivar ovvero, dalla varietà di oliva da cui si ricava. Così come un vino dipende dal tipo di uvaggio, il tipo di oliva influenza l’olio che verrà. In Italia si contano circa 500 differenti tipi di oliva (o cultivar), ognuna caratteristica di un determinato territorio. Di seguito troviamo alcune fra le più comuni.
L'ogliarola barese, la coratina, la cellina di Nardò e la provenzale coltivate in Puglia mentre nella Piana di Gioia Tauro troviamo l'ottobratica che cresce su alberi di elevatissimo vigore e che alterna annate di grande produttività con annate quasi vuote.
La sinopolese, diffusa nel Reggino e la tondina tipica di Cosenza e la cellina di Nardò diffusa nel Salento.
Spostandoci in Toscana troviamo soprattutto la frantoio, la moraiolo e il pendolino.
La prima non è diffusa non solo in questa regione ma è tipica di tutto il centro Italia e di altri paesi (Nord Africa, Argentina, Albania) così come la moraiolo che si ritrova anche nelle regioni confinanti come Umbria o Lazio. In questa regione troviamo invece la carboncella, la raja e il canino.
Per quanto riguarda la Liguria, altra regione particolarmente famosa per la produzione di olio, possiamo trovare la taggiasca e la razzola mentre in Sardegna troviamo la bosana e in Emilia Romagna la nostrana, particolarmente diffusa nella zona di Ravenna. Sul lago di Garda trionfa invece la casaliva e a Trieste la biancheria.
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